Il Welfare Puro da Regolamento rappresenta una modalità efficace, flessibile e pratica per tutte le aziende che hanno intenzione di finanziare i propri dipendenti decidendo di erogare volontariamente un credito welfare in aggiunta alla retribuzione, ovvero “on top”.
L’opportunità di attivare un Welfare Puro attraverso un Regolamento, superando così altre modalità limitate come i buoni pasto o buoni benzina, non agisce solo sulla capacità di spesa, ma consente inoltre di incrementare il benessere complessivo del dipendente e della sua famiglia, oltre ad assicurare vari benefici fiscali. Oltre a ciò, contribuisce fattivamente alla creazione di un habitat lavorativo positivo e coinvolgente, in grado sia di garantire il mantenimento delle risorse in essere che di attrarre nuovi talenti.
Il “segreto” del Welfare Puro da regolamento…
Come per ogni modalità di erogazione del welfare, occorre un attento e puntuale lavoro preliminare. Il datore di lavoro (o l’HR Manager) dovrà infatti individuare un pacchetto di beni o servizi davvero appetibile per il proprio target di dipendenti. Sarà quindi necessario effettuare uno screening dei bisogni dei lavoratori al fine di evitare un progetto non gradito.
L’introduzione del Welfare Puro da Regolamento, insomma, raggiungerà il massimo obiettivo in termini di efficienza aziendale e risultati se i collaboratori si sentiranno davvero incentivati, e quindi disposti a “spendere” il proprio tesoretto. Va ricordato che quest’ultimo può essere utilizzato, oltre che dal lavoratore stesso, anche dai suoi familiari relativamente ad alcune categorie specifiche, quali:
- spese di istruzione
- assistenza anziani e familiari non autosufficienti
- abbonamenti per il trasporto pubblico locale, regionale e interregionale
- tutti gli oneri o le spese riconducibili ad utilità sociale
Un buon welfare provider è necessario a far sì che il piano funzioni e che, quindi, la somma erogata ai dipendenti risulti gradita poiché facilmente impiegabile. Il miglior indicatore dell’efficienza di un progetto welfare è la capacità di spesa del credito destinato ai beneficiari: questo si traduce nella messa a disposizione di una serie di possibilità (beni e servizi rientranti nella normativa) di cui il dipendente può disporre a suo piacimento.
Il Welfare Puro da Regolamento: un’idea semplice e versatile
L’erogazione di questa tipologia di Welfare Puro consente di superare vincoli e restrizioni. Infatti, occorre solamente definire, come suggerito dalla denominazione, un regolamento aziendale interno senza la necessità di accordi con le parti sindacali, ovvero una contrattazione di secondo livello, ad esempio.
Pur non esistendo uno standard, è possibile rifarsi al principale punto di riferimento normativo sugli strumenti di welfare aziendale, ovvero il TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), che definisce le linee guida e il perimetro di applicazione.
Il Welfare Puro da Regolamento è uno strumento agile, che può essere applicato a tutti i dipendenti indistintamente o a categorie omogenee di lavoratori. Tra i beneficiari, inoltre, possono essere considerati anche i tirocinanti, poiché percepiscono redditi assimilati a quelli da lavoro dipendente, e i lavoratori somministrati per mezzo dell’agenzia di riferimento.
Per “categorie omogenee” si intendono gruppi di lavoratori accomunati da una o più caratteristiche oggettive che possono dipendere dalle funzioni o dall’inquadramento, ma anche dalla sede e dall’orario di lavoro, o ancora da elementi esterni all’azienda.
A titolo esemplificativo, riportiamo alcuni raggruppamenti e categorie a cui il datore di lavoro (o l’HR Manager) potrà decidere di accordare il premio:
- dipendenti con lo stesso inquadramento (impiegati, quadri, dirigenti, ecc)
- dipendenti con lo stesso livello contrattuale
- dipendenti appartenenti a una specifica sede
- tutti i dipendenti di un determinato livello o con una specifica qualifica, quale, ad esempio, il personale del turno di notte
Un elenco che può proseguire sulla base delle scelte e delle strategie in capo all’azienda.
Quali sono i vantaggi fiscali per aziende e dipendenti?
L’aspetto incentivante nell’utilizzo di un Regolamento di Welfare si abbina a quello altrettanto interessante legato ai vantaggi di natura fiscale.
Il beneficio per l’azienda consiste in un abbattimento del costo del lavoro tra il 30 e il 40% degli importi lordi erogati al dipendente.
Un esempio? A fronte di un’erogazione di beni e servizi welfare per un valore di 200 mila euro, il datore di lavoro risparmia il 35% del costo di lavoro rispetto a un’analoga erogazione in denaro, ovvero circa 70 mila euro. Risulta evidente anche l’utilità sul fronte del dipendente: le somme erogate attraverso il welfare aziendale, infatti, non sono soggette a trattenute in busta paga, per cui sono escluse dalla formazione del reddito da lavoro dipendente in virtù della loro natura sociale.
Il Welfare Puro da Regolamento come strategia aziendale
Erogare Welfare Puro tramite Regolamento non è soltanto una modalità incentivante per i propri collaboratori, ma può essere considerata a tutti gli effetti una strategia aziendale.
Se da un lato, infatti, gli obiettivi stimolano i collaboratori all’efficienza e al miglioramento dei sistemi e dei processi, dall’altro la strutturazione di un buon sistema di welfare incide in modo virtuoso sull’organizzazione aziendale.
L’esercizio della redazione del regolamento aziendale conforme, previsto per categorie omogenee o per la generalità della popolazione aziendale, infatti, influisce positivamente sull’analisi dei processi e stimola i possibili beneficiari.
Tutto ciò, insomma, diventa uno strumento per gratificare il dipendente ma anche per motivarlo e, soprattutto, per generare pianificazioni di medio e lungo termine che bilanciano sviluppo e centralità della persona: un elemento sempre più centrale in tutte le strategie di business.